La formazione è protagonista di una trasformazione significativa, che riguarda le metodologie da adottare, gli strumenti di cui equipaggiarsi e gli obiettivi da raggiungere.
Iniziamo col dichiarare che la lezione frontale, così come l’abbiamo vissuta negli anni scorsi, non funziona più: nella formazione aziendale sempre più spesso viene richiesto agli enti formativi di abbandonare gli stereotipi passati in virtù di lezioni sempre più coinvolgenti, interattive, che possano stimolare attivamente l’apprendimento per rendere ciascuno dei discenti più preparato e competente già dal termine della lezione stessa.
È per questo che sempre più spesso si preferisce la formazione esperienziale rispetto a quella “tradizionale”: uno studio dello European Centre for the Development of Vocational Training rivela che il 60% delle aziende sta dando priorità all’apprendimento esperienziale rispetto a quello tradizionale. Solo 5 anni fa questa percentuale non era che la metà di quella attuale.
L’esperienza vince perché ci coinvolge, ci porta in contesti nuovi a vivere l’inaspettato e trarre dalle attività dei significati profondi – che vanno a stimolare la nostra autostima, ma anche l’autoefficacia – permettendoci di sviluppare una maggiore consapevolezza relativa al nostro rapporto con l’apprendimento e con le attività a cui ci stiamo esponendo.
Prove pratiche e contesti nuovi suggeriscono grande affinità tra le nuove esigenze formative delle aziende e l’implacabile rivoluzione digitale che sta cambiando giorno dopo giorno il modo del lavoro, in Italia e nel mondo. Per apportare innovazione tra le competenze richieste oggi giorno alle risorse in azienda è necessario che la formazione in primis sia “tech friendly” con un approccio smart agli argomenti e alla verifica del raggiungimento degli obiettivi.
Due tendenze, queste, che cambiano completamente la percezione della popolazione aziendale invitata agli eventi formativi e pongono le persone in una posizione di apertura, di sfida, di collaborazione e di coinvolgimento nei confronti delle esperienze formative scelte dall’azienda stessa.
Si tratta infatti di un contesto win-win, che aiuta le persone ad essere sempre più skillate e avvantaggiate nello svolgimento delle task quotidiane, sempre più ingaggiate e dunque propense a restare in azienda, piuttosto che a cambiarla. Il Report Workplace Learning di Linkedin effettuato nel 2023, infatti, rivela che il 94% dei dipendenti si reputa più propenso a restare in un’azienda che investe nel loro sviluppo e nell’apprendimento.
Competenze come quelle attualmente richieste dal mercato del lavoro, come l’alfabetizzazione digitale, il pensiero analitico e l’abilità tecnologica, saranno infatti centrali per adattarsi e prosperare nell’evoluzione richiesta a lavoratori e aziende nel prossimo futuro.
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