Tra vita e lavoro, Gianluca Zelli presenta la sua azienda
A Pescara, ormai da diversi anni, c’è una Società, SGB Humangest Holding, che lavora per “produrre” lavoro. A fondarla è stato Gianluca Zelli: “Sono stato dirigente in una multinazionale fra le più importanti nel settore del lavoro interinale; assieme ad un gruppo di miei colleghi abbiamo pensato di mettere a frutto le nostre esperienze per creare un’azienda che avesse la struttura e l’efficienza di una multinazionale, ma un’attenzione di dimensione nazionale alle risorse umane e ai clienti. In una parola, più italiana. Siamo partiti nel 2005 con questo spirito e al secondo anno di vita avevamo già fatturato circa 36 milioni, e oggi siamo tra le prime società in Italia”.
Quattro amici e colleghi di lavoro…
Barbara Garofoli, Paolo De Vincentiis, Paolo Foresta e io. Ci siamo conosciuti nella multinazionale in cui lavoravamo. Con Barbara ci siamo poi sposati e ancora oggi gestiamo l’azienda insieme, lei come Amministratore delegato io come Direttore Generale. Paolo Foresta è il Direttore finanziario, mentre Paolo De Vincentiis è il Direttore delle Risorse Umane e del marketing. A loro si è aggiunto poi Andrea Bonanni che è uno dei migliori avvocati in materia di Diritto del lavoro. Abbiamo cominciato nell’ambito della somministrazione, differenziandoci poi dalle altre realtà di questo tipo e oggi facciamo tanta formazione per le aziende e lavoriamo moltissimo nell’outsourcing, ovvero l’esternalizzazione di servizi. Il Gruppo SGB è quindi strutturato in tre Società: Humangest si occupa di somministrazione, Humanform della formazione (dei disoccupati e del personale aziendale), e Humansolution gestisce la parte dell’outsourcing.
Avete iniziato quando la grave crisi mondiale e italiana non era ancora alle viste.
Il momento era favorevole, i guai sono arrivati qualche anno dopo. Ma nel 2010 siamo stati l’unica Società italiana del settore che per far fronte alle perdite causate dalla crisi ha ricapitalizzato invece di fare tagli: non abbiamo chiuso neanche una filiale. Il nostro è un atteggiamento diverso, cerchiamo di sostenere noi la nostra azienda; siamo molto legati e svolgiamo numerose attività sul territorio e questo naturalmente porta ad avere un attaccamento all’azienda, da parte del personale, che alla fine dà molto di più.
Rispetto a ieri come è cambiato il vostro lavoro?
Le difficoltà per chi cerca lavoro sono sempre le stesse, sono le esigenze di chi lo offre a essere cambiate. C’è una forte richiesta di lavoro specializzato, maggiore in alcune aree rispetto ad altre. Il nostro approccio è di seguire il lavoratore dall’inizio alla fine, cioè fare in modo che il disoccupato si formi per poi orientarlo e presentarlo all’azienda.
Qual è stata la novità del gruppo SGB?
Mettere le persone al centro dell’azienda, qualcosa di cui si parla molto ma che in pochi fanno veramente.
L’immagine è un po’ forte, non crede?
La nostra azienda è stata pensata in modo diverso. L’attenzione verso le persone è reale. Nelle nostre filiali abbiamo collaboratori di grande esperienza, che sono con noi sin dall’inizio. Cerchiamo di tenerci le persone di valore perché vogliamo dare alle aziende una consulenza seria e perché hanno bisogno di persone con esperienza.
Quello del lavoro è un mondo con tante contraddizioni: da una parte le innovazioni tecnologiche, come i robot che sostituiscono le persone, dall’altra sfruttamento e ingiustizie, come il fenomeno del caporalato. Come fate a dare garanzie sia alle aziende che ai vostri lavoratori?
Le Società di somministrazione nascono proprio in risposta a fenomeni come quello del caporalato. Oggi l’intermediazione di manodopera non normata, di cui il caporalato rappresenta l’apice, è assolutamente illegale. Le società di somministrazione sono invece iper regolamentate, iscritte in un apposito albo presso il Ministero del Lavoro.
Ma è vero che i lavoratori somministrati guadagnano di meno perché ci siete di mezzo voi?
Falso. Le regole che abbiamo sono severe: non possiamo chiedere un euro al lavoratore né all’azienda, né ostacolare il processo di assunzione del lavoratore. Noi forniamo all’azienda un lavoratore per sei mesi, e se poi l’azienda vuole assumerlo direttamente, noi facilitiamo la cosa. Inoltre i nostri stipendi sono equiparati a quelli di un lavoratore assunto a tempo indeterminato nell’azienda dove la risorsa interinale andrà a lavorare.
Quindi, stipendi in linea con il mercato?
Certo. I nostri lavoratori percepiscono- magari per un periodo di tempo determinato – la stessa retribuzione del lavoratore assunto a tempo indeterminato nell’azienda dove si effettua la somministrazione, anche quando in quella azienda fossero previste retribuzioni inferiori per i contratti a termine.
Qual è l’identikit del vostro lavoratore tipo?
Oggi è necessario essere specializzati, altrimenti è estremamente difficile trovare lavoro. Non è una questione di età, non fa differenza. Si fatica molto a collocare il lavoratore che non ha alcun tipo di specializzazione. Non necessariamente bisogna essere ingegneri o informartici, ma si deve avere una specializzazione, anche facendo l’operaio. Oggi non esiste più la richiesta di lavoro generico.
Ma le aspettative sono ancora quelle del posto fisso?
Dopo l’ultima riforma del Jobs Act, l’unica strada per garantirsi una opportunità lavorativa è lavorare bene In questo senso va intesa la flessibilità, come una formazione continua: cambiare azienda spesso, mantenendo sempre lo stesso “indirizzo”. In questo modo si alimenta la propria specializzazione e questo permette alle persone di costruire un loro percorso professionale.
Insomma, chi ha dei figli deve seguire bene il loro percorso formativo…
È davvero fondamentale che i percorsi formativi siano coerenti. Mentre in alcune parti d’Italia gli extracomunitari hanno sostituito gli italiani nel lavoro generico, altrove si offre lavoro solo agli specializzati. Per gli altri, quelli che come dicevamo cercano un impiego non attinente col loro percorso di studi o di vita, il problema di collocarli c’è. Oggi la disoccupazione è molto verticale.
Lei sta, indirettamente, offrendo una ricetta anche per la lotta alla disoccupazione…
Non penso di sostituirmi alla politica, ma la lotta alla disoccupazione andrebbe combattuta con interventi diretti sui “generici”, e non con bonus e azioni trasversali. A una riduzione del costo del lavoro non corrisponde una riduzione del numero dei disoccupati.
In che senso ci sarebbe bisogno di interventi diretti?
Bisognerebbe intervenire formando proprio quelle categorie professionali maggiormente richieste dal mercato del lavoro, partendo dalle buone basi che il sistema scolastico e universitario sono chiamati a costruire. L’obiettivo di chi opera all’interno del mercato del lavoro dovrebbe essere quello di incrementare il livello occupazionale, attraverso la qualificazione e la riqualificazione della forza lavoro, permettendo così alle aziende di avere risorse specializzate ed effettivamente impiegabili. Ad esempio il trentenne che ha svolto diversi lavori, magari molto diversi l’uno dall’altro, andrebbe incentivato sul piano della formazione a specializzarsi in un determinato ambito professionale. In questo modo le aziende sarebbero maggiormente incentivate ad assumere una forza lavoro qualificata e stabilizzabile, a prescindere dal fatto che esistano incentivi.
Un’ultima curiosità: come mai siete sponsor di numerose manifestazioni sportive?
Perché riteniamo che lo sport sia molto affine al nostro mondo e più in generale al mondo delle aziende. Lavorare duramente per raggiungere i propri obiettivi, migliorarsi sempre e mettere energia e passione in quello che sia fa è alla base di qualsiasi successo non solo sportivo, ma anche nella vita professionale e di tutti i giorni. Noi da sempre crediamo che nello sport sia possibile trovare gli stessi valori che servono per avere successo anche nel lavoro, principalmente per quanto attiene alla costruzione di un corretto spirito di squadra e per facilitare la giusta cooperazione tra tutti i componenti di un team di lavoro. Per questo, da quando siamo nati ad oggi, siamo stati protagonisti e partner di tantissimi eventi sportivi, rivolti non solo al nostro staff ma anche ai nostri candidati e clienti, guidati sempre dalla convinzione che alla base del successo individuale e di gruppo debba esserci il rispetto delle regole e soprattutto il rispetto degli altri. Esattamente come nello sport.
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